Pietro Parisi, il cuoco contadino e “controcorrente”

Pietro Parisi la sua sfida personale e professionale l’accettò agli inizi degli anni Duemila. Come lui stesso ha scritto “era il 6 dicembre 2004 quando mi ritrovai davanti ad una scelta di vita; dovevo scegliere tra ritornare nella mia terra o continuare a vivere i miei sogni professionali come Chef. Scelsi di ritornare ad essere un cuoco semplice ma prima ancora scelsi di essere un uomo e di trasmettere attraverso i piatti l’amore che io ho avevo e ho per la mia terra e cosa offre di buono. Forse quel sogno che avevo nel cassetto di essere Chef non lo realizzerò mai più ma oggi vedo sognare giovani insieme a me per il cambiamento di questa terra. E questa per me è una gran bella realtà di vita.” Parole forti, definitive, pregne di senso e di significati. Il cuoco contadino, come lui stesso ama definirsi, è nato in provincia di Napoli, poco lontano dalle vette del Somma/Vesuvio che si può vedere da San Gennaro Vesuviano e Palma Campania le cittadine dov’erano le famiglie dei suoi genitori quando si sono conosciuti e dov’era lui quando era piccolissimo. Lì dove ha vissuto anche nonna Nannina e dove oggi vivono tutti i suoi parenti più stretti e cari, la sua stessa famiglia.

Nel 2004 Pietro Parisi volle concludere la grande esperienza umana e professionale vissuta nella cucina di Ducasse tra le frontiere del cibo “molecolare” e della “nouvelle cuisine” che la Francia ha esportato in tutto il mondo come concetto e stile enogastronomico. Davanti a quel bivio, il cuoco contadino scelse quello che allora sembrava superato, obsoleto, persino folle. Ritornare nei luoghi dove aveva cominciato e dare alla cucina del territorio e della tradizione tutta l’attenzione, la ricerca e la forza che occorreva per farla diventare una cucina d’innovazione e di ricupero.

Quasi venti anni dopo quella scelta è stata vincente non solo e non tanto perchè Pietro Parisi, nei tre luoghi dove si esprime (a San Gennaro vesuviano (Na) con le cose buone di Nannina, a Palma Campania (Na) con Era Ora e a Roma con I Buccacielli) riesce a far vivere quel sogno ed un’economia che gli stando grandi soddisfazioni. E lo fa in un modo tutto suo. Il cuoco contadino si tiene fuori dagli accordi di tutte le cordate che vivono attorno al mondo dell’alta enogastronomia italiana, denuncia la storture di un sistema che spesso sa come e quando corrompersi, richiama i contadini e gli agricoltori dei suoi mercati rurali per rinsaldare un antico legame tra la terra e la tavola.

Il cuoco contadino vuole che il cibo possa davvero diventare l’unica “buona” medicina del corpo e dell’anima, quella dei ricordi e dell’olfatto, della creatività e dell’immaginazione. Così non cambia affatto: che sia cucina più gourmet come a Palma Campania dove Pietro Parisi è guida di Era Ora o, invece, una cucina molto più tipica e tradizionale che richiama pizze al forno, fritte ed altri piatti tipici della tradizione campana e contadina come accade a San Gennaro vesuviano dove Pietro Parisi è con Le cose buone di Nannina ad affermare un percorso fatto di tradizioni e sapori tipici. Pietro Parisi ci mette lo stesso identico viso e lo stesso entusiasmo quando descrive e pubblica la foto sui social, per esempio, della sua pizza casatiello che affonda nei ricordi delle famiglie e delle festività delle Campania rurale.

Abbiamo incontrato, con la telecamera di grandichef.com, Pietro Parisi e gli abbiamo chiesto di raccontare il suo percorso umano e professionale in un cortometraggio. Gli abbiamo chiesto di farlo in uno dei luoghi che lui ama di più tra quelli che guida oggi e che portano il suo nome e i contenuti della sua cucina. Ne è venuto fuori un racconto assai spontaneo, quasi una “corrispondenza” da quel luogo nel quale Pietro Parisi aveva mosso i suoi primi passi. Così il racconto si è trasformato in emozione, in narrazione di piatti, evocazione e viaggio di colori e contenuti attorno all’unica grande evidenza da cui il cuoco contadino riceve oggi una grinta rinnovata che ridiventa passione, entusiasmo più grande. Alla fine, in fondo, ha vinto lui. Ha vinto il senso ed il contenuto di quella cucina alla quale Pietro Parisi volle ritornare anche per amore di un territorio e della sua gente. Il ritorno alle origini ha vinto su ogni sofisticazione, su ogni “nouvelle cuisine”, su ogni azzardo culinario. Il richiamo alla tradizione, alla tracciabilità, ai prodotti semplici e salutari della terra e delle produzioni alimentari si è fatto programma ed obiettivo della moderna ed alta cucina italiana, un brand per grandi chef di ogni risma e regione. Una soddisfazione in più per Pietro Parisi e per il valore di quelle scelte che apparvero così coraggiose ed impervie agli inizi degli anni Duemila.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *