Il 2018 è l’anno nazionale del cibo italiano nel mondo, un’occasione da non perdere

Per il progetto che grandichef.com ha davanti nel corso dei prossimi mesi l’iniziativa dei Ministeri delle politiche agricole, alimentari e forestali e di quello dei Beni culturali e del turismo non può che aiutare. E, siamo sicuri, aiuterà anche un indotto che è già traino per molta economia italiana in patria e nel mondo.  A tre anni dall’Expo e a pochi mesi dall’apertura di Fico il cibo torna protagonista. Il 2018 è l’anno del cibo italiano nel mondo con motivazioni più che condivisibili che i due Ministeri hanno reso note già negli scorsi mesi.

«Si punterà – si legge nella note ufficiale dei due Ministeri – sulla valorizzazione dei riconoscimenti Unesco legati al cibo come la Dieta Mediterranea, la vite ad alberello di Pantelleria, i paesaggi della Langhe Roero e Monferrato, Parma città creativa della gastronomia e all’Arte del pizzaiuolo napoletano iscritta di recente. Sarà l’occasione per il sostegno alla candidatura già avviata per il Prosecco e la nuova legata all’Amatriciana. Allo stesso tempo saranno attivate iniziative per far conoscere e promuovere, anche in termini turistici, i paesaggi rurali storici, per il coinvolgimento e la promozione delle filiere e ci sarà un focus specifico per la lotta agli sprechi alimentari. Lo stretto legame tra cibo, arte e paesaggio sarà inoltre il cuore della strategia di promozione turistica che verrà portata avanti durante tutto il 2018 attraverso l’Enit e la rete delle ambasciate italiane nel mondo e permetterà di evidenziare come il patrimonio enogastronomico faccia parte del patrimonio culturale e dell’identità italiana.»

I successi economici di questo settore che, nel 2017, tocca il record in esportazione di 40 miliardi di euro, sono, senza dubbio un grande motivo di traino ma c’è anche di più e quel di più risponde perfettamente alla filosofia che il nostro progetto si è dato da realizzare a partire proprio dal 2018: esaltare, documentare, seguire, dar spazio al legame che c’è da sempre tra cibo, paesaggio, identità, cultura, territorio e produzioni. I “distretti del cibo” di cui ha parlato il ministro Martina, anche se dovessero restare solo su carta ci sembrano segnali importanti di un’attenzione che non deve venir mai meno chiunque abbia la guida politica del Paese nel corso del 2018. Il coinvolgimento di agricoltori, allevatori, pescatori, cuochi ci sembra fondamentale per creare un sistema e consolidarlo.

Ma il connubio che meglio sarà in grado di aprire un varco ci sembra già ora e, senza dubbio, quello che lega il cibo italiano ai luoghi della cultura disseminati per la penisola: gli stessi con i quali si sono composti i manifesti degli eventi per l’Anno nazionale del cibo che saranno vissuti nel corso dei prossimi mesi. Legame sempre attuale, quello tra il cibo e la cultura e l’arte italiana, in patria o altrove, può consolidare, in nome del gusto e della bellezza, un’alleanza che ha attratto ed attrae, da ogni angolo del mondo, persone e risorse. Il viaggio per la penisola per collegare produzioni, cibi, colori, metodi, stagionature, modi di cucinare e di vivere a tavola, connubi con le opere d’arte che ogni territorio ha darà nuovi e copiosi frutti a chi in Italia ci vive come a chi ci arriva in visita. Consentirà agli operatori di un settore, che conferma e cresce, di muoversi in rete, di creare sodalizi, di capire quali nuovi frontiere può avere il cibo, quali nuovi modi di comunicazione oltre i soliti piuttosto abusati. Il nostro progetto è, accanto ad altri, pronto a fare la propria parte e a sostenere quei comuni obiettivi che faranno, meglio e più di prima, un gran bene per l’intero comparto e per tutto l’indotto.

 

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