Il Parco delle Sorgenti di Riardo, lì dove nasce Ferrarelle

Che Riardo, un fazzoletto di case che ne fanno da borgo, a nord della provincia di Caserta, così com’è arrampicata sul versante settentrionale dei monti Trebulani, avesse cavità carsiche attraversate da abbondanti rivoli d’acqua lo sapevano bene anche gli antichi Romani. E lo scrissero senza nessuna esitazione tributando al luogo e alle sue acque grandi meriti, grandi qualità. Quell’acqua naturalmente effervescente che oggi continua a sgorgare negli stessi luoghi dove sgorgava secoli fa tanto da portare molto spesso gli appena duemila abitanti che Riardo ha sotto i riflettori di molte attenzioni.

Il FAI (Fondo Ambiente Italia) in occasione delle Giornate Fai della Primavera, già negli anni scorsi, anche grazie a Ferrarelle SpA, ha voluto porre molta attenzione su questi luoghi di rara bellezza così descrivendoli… «Il Parco Fonti di Riardo, nel cuore dell’alto casertano, proprio su quella piana generosa e ricca di sali minerali che dà origine alla più famosa acqua effervescente naturale d’Italia, è una vasta area naturale di circa 145 ettari in un contesto paesaggistico e naturalistico pressoché intatto. Nel suo sottosuolo sono custodite le falde acquifere – sette sorgenti – da cui sgorga l’acqua alla base della produzione Ferrarelle e dove si trovano testimonianze di secoli passati, tra le quali i resti della Taverna Saliscendi e, nelle vicinanze, il magnifico centro storico di Riardo, dominato dal grande castello medioevale».

Oggi dentro i 145 ettari di cui si compone l’area naturale c’è l’antica Masseria Mozzi e c’è un progetto perfettamente riuscito che vive da quando la proprietà di questi luoghi e della Ferrarelle è tornata ad essere italiana grazie alla famiglia Pontecorvo che nel 2003 riuscì a ricuperarla, con un progetto economico e culturale, dalla francese Danone.

E sul portale del FAI (Fondo Ambiente Italia) non si tace per nulla il sodalizio tra lo stesso FAI e Ferrarelle Spa. Anzi. «Nell’area agricola del fondo Ferrarelle – scrive il FAI – si trova inoltre la Masseria Mozzi, un’antica masseria esempio di dimora rurale dell’entroterra casertano. Un tempo residenza dei monaci, divenne poi dimora di contadini al servizio della famiglia Mozzi, proprietari terrieri, da cui prende il nome. Oggi la Masseria è proprietà di Ferrarelle ed è ritornata allo splendore di una volta, mantenendo intatte le proprie caratteristiche. Il pian terreno testimonia un passato fatto di lavoro duro nei campi e di piccoli allevamenti a sostentamento familiare. Grano, legumi, ulivi, noccioli, foraggi: queste le coltivazioni in una terra un tempo brulla per via degli strati impermeabili del terreno predisposto da Madre Natura per la custodia del bacino, oggi resa coltivabile  e rigogliosa da un sistema di canali per il drenaggio dei terreni.
Al piano superiore, salendo delle ripide scale, si trova l’area adibita alla degustazione dei prodotti dell’orto, proposti secondo la tradizione  locale. Piatti semplici ma gustosi, sapori di una volta come quello della panorra rivisitata (a base di pane raffermo con verdure o legumi). Una proposta di degustazione basata sui sapori autentici che ha fatto sì che la Masseria Mozzi venisse segnalata sulle guide slow food 2018».

«Consolidando un rapporto proficuo che ci vede da anni affiancati a Ferrarelle, abbiamo dato il nostro patrocinio al Parco e abbiamo messo a punto un progetto di restauro, che ha come fine ultimo l’apertura al pubblico e la fruizione di questa straordinaria oasi campana. Il progetto è rivolto alla creazione di un’azienda agricola che concorra alla conservazione delle biodiversità e del paesaggio culturale, storico e agricolo dell’area, così come alla contestuale valorizzazione culturale delle attività legate allo stabilimento idrominerale.
Il Parco Sorgenti di Riardo si estende nella pianura pedemontana del Roccamonfina e del Monte Maggiore – dove, nel tempo, le coltivazioni tradizionali sono state sempre più abbandonate – per cui è stato attivato un imponente piano di riconversione agricola, con la messa a dimora di colture storicamente praticate nel comprensorio, come la mela Annurca “bella del sud”, il nocciolo, il ciliegio e il frumento duro.
Un’altra parte dei lavori interessa invece la ridefinizione della viabilità interna pedonale esistente, che è stata recuperata e migliorata, per rendere più agevole il percorso di visita al Parco e la fruizione delle varie attività (visite guidate, approfondimenti sulla produzione e sugli usi dell’acqua). É inoltre in fase di realizzazione un nuovo edificio nel verde che ricoprirà la funzione di centro di documentazione e didattica, centro di accoglienza per i visitatori, bookshop e archivio storico dell’azienda».

Poderose ambizioni dunque che riteniamo possano portare un modello da raccontare perché può essere d’esempio non solo in luoghi del sud dove più difficile è trovare esempi da mettere in rete. Sono più di 125 anni da quando, era il 1893, ad un medico del posto, allora proprietario dei terreni, veniva in mente di mettere in bottiglie, affinché quel bene “prezioso” non andasse perso, l’acqua delle sorgenti Ferrarelle di Riardo. Gli stabilimenti storici di cui qui c’è ancora traccia risalgono a quegli anni ma tutt’intorno è arrivato un clima di grande riscatto che porta, per intero, i segni dell’orgoglio italiano e, più ancora, di quel sud operoso che sa fare dei suoi tesori un patrimonio da custodire e far crescere. La Masseria delle Sorgenti oggi è il risultato di grande progetto di riqualificazione riuscito perfettamente che può dare ancora e molti frutti. Lo seguiremo con le telecamere di grandichef.com per entrare in un contesto dove il sodalizio tra natura, buon cibo, buon bere, arte e bellezza si riafferma, si sviluppa, vive. Qui ci sono i ragazzi che curano il Parco, le coltivazioni di un’azienda agricola e biologica, quindicimila piante d’ulivo, falde acquifere incontaminate e stanze fantastiche dentro l’antica Masseria rimesse a nuovo rispettando tutto lo splendore che poteva avere un edificio del XVII secolo. C’è la fauna dell’oasi e lo sguardo ammirato dei visitatori sullo sfondo di suoni e cadenze che la natura, tra l’acqua ed il cielo dona a piene mani. Intanto, se vi trovate all’uscita di Caianello prendete la direzione Riardo per trovarvi, assieme a noi, ad ammirare l’incanto di un posto come pochi. Ci vanno già da tempo scuole, alunni, insegnanti, buongustai, visitatori, turisti, fotografi, cineoperatori, enogastronomi e tanti altri.

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