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Dalla sua parte ha senza dubbio la città dove vive. Dove Alberto Rizzo, patron e ideatore della sua osteria diede principio. In una delle più belle piazze del centro storico di Palermo, un locale accogliente e raccolto dal fresco dehors, incastonato nel settecentesco palazzo Valguarnera – Gangi. Situato nel palazzo che ospitò la celebre scena del ballo nel Gattopardo di Luchino Visconti, il locale propone una cucina al passo coi tempi, i cui piatti moderni poggiano su veraci prodotti locali. Se la calorosa accoglienza e una gestione pluriennale costituiscono ulteriori incentivi alla sosta, c’è di più: nell’attiguo Occhiovivo! Bistrot (esortazione siciliana per dire “Stai attento”!) si servono cocktail, tapas ed una cucina semplice e gustosa.
«Non è mai facile per uno chef parlare della propria cucina, senza correre il rischio di una involontaria autocelebrazione, o di un eccesso di prudenza, soprattutto dopo così tanti anni di esperienza nel campo. Questa è la mia storia. Mi chiamo Alberto Rizzo e sono un autodidatta. Mi sono accostato ai fornelli per la tipica contingenza familiare secondo la quale “capita” di trovarsi a cucinare con un parente abile. Nel mio caso era mia nonna. Lei era una bravissima cuoca, come quasi sempre tutte le nonne. Era di origine cremonese e aveva insegnato molti dei suoi segreti a mia madre, la quale li applicava con qualche spunto di estro e creatività.
Osservandole, ho iniziato a tirare paste fresche per fare i ravioli, a fare le carni, i brasati, a fare dolci, eseguendo le loro ricette. Ho iniziato a emulare le donne che più rappresentavano la cucina che ancora oggi propongo. Il mio gusto negli anni si evolveva, grazie a una maturità e consapevolezza sempre maggiore. La mia crescita come amante del mondo culinario, subiva felicemente incursioni territoriali diverse, poiché oltre alle origini emiliane già citate, sulla tavola di casa mia c’erano anche quelle siciliane, precisamente palermitane. Mio padre si definiva un “palermitano DOC”, viveva nel cuore della Vucciria.
Sicuramente devo la mia innata passione del piacere di stare a tavola e del mangiare ai miei genitori. Una passione maturata fin da piccolo, quando ci portavano in giro per i ristoranti insieme a mio fratello minore Andrea, che oggi all’Osteria ne cura la cantina. Credo di poter sostenere con orgoglio, che la mia è una cucina dai sapori veri, incisiva, che riconosci in ogni boccone, unendo così le tradizioni lombardo-emiliana con la siciliana e la palermitana.
Le migliori sollecitazioni per creare in cucina le ho avute girando molti ristoranti. Amo la convivialità e il piacere della tavola in generale. La mia è una cucina aperta a tutte le eccellenze nazionali e non. E al di fuori di ogni retorica, ritengo che tutto ciò che possa migliorare un piatto vada preso in considerazione ma mai nell’ ottica di una globalizzazione del gusto. Sono a favore di un’apertura culturale al diverso perché la tavola è convivialità: il cibo è un Simposio».









Così dal 1999, nel cuore del quartiere Kalsa di Palermo, i fratelli Alberto e Andrea Rizzo sono rispettivamente chef e restaurant manager, nonché titolari, dell’Osteria dei Vespri, accogliente e raccolto ristorante (con tavoli vista stelle, durante la bella stagione) al centro della suggestiva piazza Croce dei Vespri. Autodidatta e appassionato ricercatore di sapori, il cuoco ha sviluppato la sua arte tra il capoluogo di Trinacria e Parma: nella sua cucina si intrecciano tradizioni lombardo-emiliane e siciliane.
Il suo stile è nato così e si fonda su basi classiche. Si evolve attraverso l’applicazione e lo studio sulle materie prime, scelte per la loro eccellenza e senza vincoli territoriali. I piatti, mai minimalisti, sono il risultato di una visione che unisce intuizione e tecnica e si distinguono per un equilibrio tra sapori decisi e interessanti contrasti. L’Osteria dei Vespri è il luogo ideale per chi desidera vivere un’esperienza gastronomica stimolante ed appagante tra passato e presente, tra radici e aperture. Da provare il Saltimbocca di quaglia con il suo fondo e melograno e le Pappardelle con sgombro affumicato, finocchietto selvatico e arancia. Gli anelletti con ragu di polpo “maiolino” sono una delizia come gli involtini di pesce spada ripieni di mandorle al profumo d’arancia. E poi il filetto di maiale marinato con maionese alla senape, cavolo nero o rosso, confettura di arance amare e pepe rosa; la Cassatella calda con ricotta di Gangi, scaglie di cioccolato, profumo di limon. Da non perdere la zucchina genovese con salsiccia e tartufo. Lo scorso anno il ristorante di piazza Croce dei Vespri ha festeggiato 25 anni. Gli stessi proprietari gli hanno affiancato il nuovo bistrot.
La leggenda della Croce dei vespri che dà il nome alla piazza, posta in quello che fu il piano piccolo di Sant’Anna alla Misericordia, segnalerebbe il punto in cui furono seppelliti molti dei francesi periti. Il monumento, eretto sul leggendario cimitero santo, subì per un lunghissimo periodo la sorte del perenne cambiamento. In principio, era una piccola piramide con una croce in cima, sostituita nel 1737 da una colonnetta sormontata da un capitello rovesciato del XIII secolo, che sorreggeva una croce di ferro. E in quella piazzetta, detta anche Valguarnera in quanto da essa si accede all’ancora esistente palazzo Gangi-Valguarnera il piccolo monumento commemorativo rimase fino al 1782. Ma la Croce non ha pace e viene spostata ancora, per favorire il miglior transito delle carrozze. Nel 1873 il Municipio di Palermo, volendola ricollocare al suo originario posto, affida il suo recupero all’architetto del Comune Marco Antonio Fichera che tenta di riprodurre le forme dell’antico monumento: un basamento, una colonna, un capitello non più rovesciato simile a quello antico, il tutto sormontato da una croce non più in ferro ma in marmo. E nel 1875, lo stesso Municipio, fa collocare una lapide nella torre del palazzo Bonet, oggi sede della GAM (Galleria d’Arte Moderna), che allude al sanguinoso giorno della rivolta del vespro, sebbene manchino tutt’ora prove concrete del cimitero dei francesi.
Un motivo in più quest’ultimo, per continuare le ricerche storiche e per scoprire di più su un luogo di Palermo avvolto da fascino e mistero, vivo più che mai, in perenne cambiamento, che oggi rivive una nuova vitalità, sotto la spinta propulsiva della passione artistica e intellettuale, della ricercata qualità gastronomica e della movida più fervida. E se è celebre quella frase di Tomasi di Lampedusa nel romanzo Il Gattopardo «tutto cambi, perché nulla cambi», piazza Croce dei Vespri col suo continuo evolvere non solo culturale, ma anche monumentale e artistico, dimostra che così non è. Non sempre. C’è una forte linfa vitale che anima questa piazza, c’è del genio artistico e c’è una visione imprenditoriale che negli ultimi anni ha reso quel luogo contemporaneo e cosmopolita, un microcosmo in cui tradizione, storia, cultura, etnie e tendenze si fondono plasmando una nuova identità.
L’Osteria dei Vespri è il ristorante iconico di piazza Croce dei Vespri, tappa obbligata per chi è alla ricerca di una ristorazione fine dining di qualità a Palermo. Tra Palazzo Bonet, sede della Civica Galleria d’Arte Moderna, e Palazzo Valguarnera Ganci, il ristorante nasce dalla voglia dei fratelli Alberto e Andrea Rizzo di proporre in città una formula ristorativa moderna, fedele alla tradizione ma aperta alla contaminazione, evoluta e matura, con un approccio serio e ricercato. Venticinque anni di successi e di apprezzamenti dalla stampa di settore e dalle più importanti guide gastronomiche in Italia e nel mondo. Ai fornelli c’è lo chef Alberto che con la sua cucina decisa e creativa esprime una sicilianità contemporanea, vivace e gustosa, contaminata da tradizioni di territori vicini e lontani. Ricercatezza anche nella proposta della carta dei vini con oltre 600 etichette nazionali ed estere, e una selezione particolare di produzioni di nicchia e artigianali, curata da Andrea. Osteria dei Vespri è la sintesi di un’imprenditoria capace, seria e dall’occhio vivo.
Non a caso la seconda creatura dei fratelli Rizzo in quella storica piazza è Occhio Vivo! Bistrot, al piano terra di Palazzo Lucchesi Palli. “Occhio vivo” è un modo di dire palermitano che significa «stai attento, vigile», un modo di essere attivi e propositivi verso ciò che ci circonda. Ed è con questo sentire che i fratelli Rizzo, amanti dei viaggi e del buon cibo, hanno completato la loro proposta ristorativa a Piazza Croce con il bistrot, uno spin-off di Osteria dei Vespri, dall’anima più cosmopolita e informale, dove respirare un’atmosfera da moderna nouvelle vague della ristorazione. Con una carta vini ricca e ricercata, il divertimento è assicurato tra buonissime tapas, piatti creativi e di stagione, dove vince la qualità del chilometro buono, sotto un delicato sound jazz e blues che fa star bene.
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