Maria Concetta e Benedetta Linardi, ovvero il profumo di un racconto che sa di sole e zafferano

Certe storie possono nascere solo alla luce del sole di regioni come la Calabria. In mezzo, anzi in fondo, a quel sud d’Italia che propone, troppo spesso, sempre il solito risvolto. Questa volta, invece, è andata in un altro modo. Questa volta anziché pensare ad altre migrazioni, di quelle che spesso fanno i giovani entusiasmi nel meridione d’Italia, vi racconteremo, da oggi e per i prossimi mesi, tutta la bellezza ed il fascino di una storia che pur cominciando solo pochi mesi fa si è messa a dare già svariati e buoni frutti: anzi i fiori migliori di zafferano tanto che l’hanno chiamato “Zafferano del Re”. Una storia per la quale se volessimo trovare il più appropriato dei titoli dovremmo cercare anche tutto il senso di una scommessa che Maria Concetta e Benedetta Linardi, con la loro Azienda agricola Linardi,  a Castiglione Cosentino in provincia di Cosenza, rappresentano: un esempio, un moto ostinato e tenace che chiede fatica, attenzione, tenacia ma regala a piene mani già una qualità che si vede dal colore, dall’inteso profumo che lo zafferano sa dare, dalla capacità di portare nei luoghi dell’alta gastronomia italiana un prodotto che dona molte emozioni al palato.

Maria Concetta e Benedetta Linardi

Sta di fatto che il fiore violaceo di Croco che in natura risponde al nome scientifico di Crocus Sativus, è una pianta della famiglia delle iridacee che ha alle spalle una storia antichissima. Se ne parlava, per la prima volta, in un papiro egiziano del 1550 a.C.. Ma numerosi altri sono i testi classici, da Virgilio a Plinio ad altri cronisti della classicità, dove leggiamo delle meraviglie che dava e da la pianta violacea di Croco. La migliore letteratura latina con Ovidio, che fu a Sulmona da 43 a.C., gli dedicò molta attenzione e diversi passaggi nelle sue Metamorfosi dove scrisse che l’amore di Croco e di Smilace divenne, per fantastica trasformazione e l’intervento di Nubi, un fiore che tale si chiamò dando onore a Croco da cui fu generato. Lo zafferano serviva da giaciglio a Zeus, veniva sciolto nel vino per sentirne il connubio nel corso delle commedie recitate nei teatri romani; veniva messo sui roghi, nei talami e nei capelli.

In Italia si rende omaggio allo zafferano abruzzese. Eppure altre regioni della penisola, anche per il legame storico che hanno avuto da secoli con la produzione e la presenza dello zafferano, meritano grande attenzione dacché da esse arriva, ancora oggi, anzi oggi più di ieri, il resto della produzione che compone anche l’offerta e la differenza dei terreni da cui cresce. Su tutti quindi l’aquilano ma poi Sardegna, Sicilia, Toscana sono altre zone dove si produce Zafferano D.O.P..  In Calabria ricerche storiche autorevoli documentano che lo zafferano era prodotto già in tempi antichissimi ed era Cosenza e la sua provincia a produrne di più. Sicché, sarà che certe cose restano nei geni dei viventi, sotto le trame degli eventi, nella memoria e nei costumi dei territori. Sarà che certe volte può accadere che due calabresi molto giovani e molto tenaci fiutano il vento, toccano la terra a mani nude, raccolgono, come fosse un moto spontaneo, l’anima delle cose che vive in molti modi. Per questo raccontare la qualità e le virtù organolettiche dello Zafferano del Re nei prossimi mesi ci rende, ancora più entusiasti, così come seguire da vicino, gli sviluppi di una start/up imprenditoriale pensata, gestita ed avviata da Maria Concetta e Benedetta Linardi con la loro giovane Azienda agricola Linardi che è stata già capace di portare, in questa parte del territorio calabrese, l’attenzione che si deve a chi va controcorrente, a chi sa rischiare, a chi riesce a mettere in piedi qui una produzione di zafferano d’eccellenza.

In questo cortometraggio pensato e preparato per la nascita della produzione di zafferano, Maria Concetta e Benedetta Linardi bene hanno saputo documentare la pazienza, la fatica ed il sogno che le anima come fossero anche per gli umani, più impaziente e frenetici, virtù che la natura ha da sempre e solo per sé.

E se da principio è un bulbo di circa 5 centrimetri che riesce con grande tenacia, come la natura sa fare, ad adattarsi a climi diversi e anche a quelli che danno pochissime piogge, ciò che verrà fuori è sempre una grande qualità. Nei prossimi mesi porteremo lo “Zafferano del Re” nelle cucine degli chef stellati, proporremo loro di dare vita a piatti, ricette, connubi di sapori come solo l’alta cucina italiana sa fare. Seguiremo in quanti e quali modi la giovane Azienda agricola Linardi dona al mondo del cibo estratti, sapori ed altre occasioni consoni all’utilizzo di zafferano in cucina. 

Intanto, lo scorso 12 marzo 2018 la Calabria non è rimasta indifferente alla presentazione della nuova idea d’impresa di Maria Concetta e Benedetta Linardi tanto che il reportage realizzato per l’occasione presso le sale dell’Amministrazione provinciale di Cosenza rende bene l’idea dell’entusiasmo che è nato attorno ad un incontro inconsueto tra due tenaci ragazze calabresi e la loro terra madre, tra il buon cibo che produce zafferano di qualità e l’alta cucina italiana: connubi e temi di cui vi racconteremo con attenzione sin dalle prossime settimane. Intanto a Maria Concetta e Benedetta Linardi e al loro “Zafferano del Re” diamo il “benvenuto” nel gruppo dei fornitori eccellenti di grandichef.com: il loro progetto risponde in pieno alla filosofia che ha dato vita alla nuova narrazione di cibo e cucina italiana di qualità che abbiamo in mente di realizzare.

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